mercoledì 30 ottobre 2013

A neuron in the hippocampus of the brain receiving excitatory inputs @ The Guardian 30.Oct.2013

A neuron in the hippocampus of the brain receiving excitatory inputs Dr Kieran Boyle
University of Glasgow, Institute of Neuroscience and Psychology Scotland, UK See more

Wistar rat retina outlining the retinal vessel network and associated communication channels @ The Guardian 24.Oct.2013

Cameron Johnson, The University of Auckland, Auckland, New Zealand. Wistar rat retina outlining the retinal vessel network and associated communication channels, (100x). Confocal Seemore

lunedì 28 ottobre 2013

Book Launch Luciana Parisi: 'Contagious Architecture. Computation, Aesthetics and Space' @ The Showroom 63 Penfold St London - 1st November, 2013



Book Launch Luciana Parisi: 'Contagious Architecture. Computation, Aesthetics and Space' 
MIT Press, 2013
@ The Showroom
63 Penfold St London,
Greater London NW8 8PQ
1st November, 2013
6.30 pm drinks, 7-8.30pm panel

In Contagious Architecture, Luciana Parisi offers a philosophical inquiry into the status of the algorithm in architectural and interaction design. Her thesis is that algorithmic computation is not simply an abstract mathematical tool but constitutes a mode of thought in its own right, in that its operation extends into forms of abstraction that lie beyond direct human cognition and control. These include modes of infinity, contingency, and indeterminacy, as well as incomputable quantities underlying the iterative process of algorithmic processing.

Part of the Technologies of Lived Abstraction series, edited by Brian Massumi and Erin Manning

Contagious Architecture

Luciana Parisi is Reader at the Digital Culture Unit, Centre for Cultural Studies, Goldsmiths, University of London

Respondents 
Howard Caygill, CRMEP, Kingston University, author of, On Resistance: A Philosophy of Defiance.http://eprints.kingston.ac.uk/25407/, I. B. Tauris, 2013

Eleni Ikoniadou, London Graduate School, author of 'The Rhythmic Event', forthcoming, also part of the Technologies of Lived Abstraction series Alisa Andrasek, Principal of Biothing (Biothing.org<http://Biothing.org>) and Director of Graduate Architectural Design at the UCL Bartlett School of Architecture 

Copies of Contagious Architecture will be available for sale at 30% discount (£22). Cash only. Organised by Digital Culture Unit, Centre for Cultural Studies, Goldsmiths, University of London,  Mute and The Showroom

From Mute Mag: Speculative Architecture, a Contagious Architecture review by Jeremy Lecomte:


Do algorithms think? Do buildings speculate? In his review of Luciana Parisi’s recent book, Contagious Architecture, Jeremy Lecomte considers her Read more @ Mute

venerdì 25 ottobre 2013

Tony D. Sampson: intervista su Masse, potere e postdemocrazia nel XXI secolo


Intervista di Tony D. Sampson su "Masse, potere e postdemocrazia nel XXI secolo" a cura dei blog Obsolete Capitalism e Rizomatika. Intervista raccolta il 14 giugno 2013. 


 EDIT: Potete leggere o scaricare l'intervista di Sampson in questo PDF. Potete leggere o scaricare gratuitamente QUI il libro "Nascita del populismo digitale. Masse, potere e postdemocrazia nel XXI secolo", antologia di tutte le interviste realizzate sul tema tra maggio 2013 e febbraio 2014.

Masse, potere e postdemocrazia nel XXI secolo


'Fascismo di banda, di gang, di setta, di famiglia, di villaggio, di quartiere, d’automobile, un Fascismo che non risparmia nessuno. Soltanto il micro-Fascismo può fornire una risposta alla domanda globale: “Perchè il desiderio desidera la propria repressione? Come può desiderare la propria repressione?'
—Gilles Deleuze, Fèlix Guattari, Mille Piani, pg. 271

    Sul micro-fascismo
    OC Partiamo dall’analisi di Wu Ming, esposta nel breve saggio per la London Review of Books intitolato 'Yet another right-wing cult coming from Italy', che legge il M5S e il fenomeno Grillo come un nuovo movimento autoritario di destra.  Come è possibile che il desiderio di cambiamento di buona parte del corpo elettorale (nelle elezioni italiane del febbraio 2013) sia stato vanificato e le masse abbiano di nuovo anelato –ancora una volta– la propria repressione ? Siamo fermi nuovamente all’affermazione di Wilhelm Reich: sì, le masse hanno desiderato, in un determinato momento storico, il fascismo. Le masse non sono state ingannate, hanno capito molto bene il pericolo autoritario, ma l’hanno votato lo stesso. E il pensiero doppiamente preoccupante è il seguente: i due movimenti populisti autoritari, M5S e PdL, sommati insieme hanno più del 50% dell’elettorato italiano. Una situazione molto simile si è venuta a creare in UK, nel Maggio 2013, con il successo della formazione populista di destra dello UKIPLe tossine dell’autoritarismo e del micro-fascismo perché e quanto sono presenti nella società europea contemporanea?
Tony D. Sampson Mi piacerebbe pensare alla figura del sonnambulo così come la utilizza Gabriel Tarde in quanto la situazione sembra prestarsi a una teoria dei soggetti in preda al sonnambulismo e questo approccio dovrebbe valere anche per il contesto politico britannico. Quindi sì, ancora una volta, siamo di fronte a un aumento della destra populista, soprattutto  nella contea dove abito, l'Essex: una contea a nord-est di Londra, situata lungo il Tamigi, molto criticata per il suo profilo conservatore. In tutto il Regno Unito l'aumento della destra non dovrebbe essere una sorpresa. I lavoratori delle classi meno abbienti e i disoccupati sono stati colpiti duramente dai tagli voluti e imposti dal governo presieduto dai Conservatori. Queste fasce di lavoratori e disoccupati cercano un colpevole per la crisi attuale e forze politiche come l'UKIP (United Kingdom Independence Party), BNP (British National Party) ed EDL (English Defence League) hanno la politica giusta (l'unica loro possibile) per farlo: incolpare gli "Altri". Molte di queste persone, un tempo situate a sinistra, hanno completamente voltato le spalle alle forze progressiste. In parte è dovuto alle demonizzazioni propagandistiche orchestrate sia dalla Thatcher sia da Murdoch nel corso degli anni Ottanta, e in parte dal fallimento della forma di democrazia borghese che hanno esperito durante i governi targati New Labour. La "Terza via" di Blair ha decimato il pensiero di sinistra nei suoi assunti fondamentali. Blair ha traghettato il centro sinistra più a destra rispetto alle posizioni politiche dei Conservatori, grazie alle iniziative economiche propugnatrici di un sistema misto "pubblico-privato" e a un "laissez-faire" integrale nel settore bancario e nelle tele-comunicazioni. Il risultato è che ora abbiamo una coalizione governativa composta da Conservatori e Liberal-Democratici che ripete il proprio slogan "siamo tutti nella stessa barca" come un mantra offensivo. La disoccupazione è in aumento così come i mini-posti di lavoro e i loro contratti irrisori. I Liberal-Democratici sono stati utilizzati per raccogliere il voto di protesta popolare. Nessuno credeva che potessero mai arrivare al potere. Ma lo hanno ottenuto! La disillusione, riguardo la democrazia borghese, è - se possibile - ancora più macroscopica - e questa è una buona notizia - ma potrebbe significare che, in futuro, molte persone si rivolgeranno ancora più a destra. 
Questo ampio fallimento macro-politico non spiega, però, tutto. A livello microsociale, del "popolo", stiamo vedendo, a quanto pare, il perdurare dell' inconscio politico fascista. Nell’Essex le persone hanno votato il Partito Conservatore per anni. In effetti, una domanda che la sinistra ha posto, per lungo tempo, è stata  la seguente: perché le persone, in questa trascurata e traboccante Londra, sostengono una classe di politici di professione, costosamente istruiti, le cui politiche sono in netta contraddizione con i propri interessi? È la repressione che viene cercata da questo popolo?  Allora sì, la domanda di Reich è ancora una volta pertinente. Dobbiamo ritornare a riflettere su ciò che Reich considerava fossero i "perversi impulsi dell'inconscio fascista"; un desiderio di repressione che filtra attraverso gli strati  profondi delle scelte razionali coscienti. Perché così tante persone desiderano questo tipo di fascismo populista? Sono persone consapevoli. Non sono ingannate. I cervelli fascisti sono catturati in un misto di emozioni ribelli e idee reazionarie contrarie al cuore marcio della società. Ma non è la democrazia che desiderano. Hanno bisogno di una religione per proteggersi dal caos. Bramano l'autorità, come sosteneva Reich. Vogliono credere.
Come è noto, in Reich, il pensiero binario utilizzato può aver contribuito a confondere il desiderio di essere represso con la perversione irrazionale di uno stato altrimenti razionale, ma allo stesso tempo lo psichiatra austriaco ci è utile in quanto ha mostrato che la sociologia marxista offre una prospettiva altrettanto binaria della macchina desiderante. I sociologi marxisti hanno sbagliato analisi sulla psicologia di massa. Contrariamente a come percepiamo le masse attraverso le lenti del pensiero marxista, le masse stesse non si percepiscono come il proletariato maltrattato che si scaglia contro l'élite borghese. Il desiderio non ha una distinzione di classe nascosta al suo interno. Come Reich sottolinea, l'ideale marxista di abolire la proprietà privata sembra scontrarsi con il desiderio del popolo per ogni tipo di merci. Reich elenca nei "desiderata" camicie, pantaloni, macchine da scrivere, carta igienica, libri e molto altro, ma noi, oggi, possiamo aggiungere all'elenco gli iPhone e le TV a schermo piatto. I cittadini, peraltro, non sembrano minimamente interessati al fatto che, del proprio plus-lavoro, se ne appropri lo Stato o il settore privato. Non sorprende quindi che le promesse per un ritorno alle proteste studentesche del 1968 si siano del tutto spente durante l'inverno del 2011. Infatti, sono stati i tumulti estivi inglesi di quell'anno che sono emersi come una forza dirompente. Ma questi "riots" non si sono trasformati in una "primavera araba". Nessuno ha occupato Trafalgar Square. Sono andati dritti al centro commerciale. Forse il desiderio di saccheggio del ribelle deve essere analizzato come una perversione del desiderio di fare shopping.

    1919, 1933, 2013. Sulla crisi
    OC Slavoj Zizek ha affermato, già nel 2009,  che quando il corso normale delle cose è traumaticamente interrotto, si apre nella società una competizione ideologica “discorsiva” esattamente come capitò nella Germania dei primi anni ’30 del Novecento quando Hitler indicò nella cospirazione ebraica e nella corruzione del sistema dei partiti i motivi della crisi della repubblica di Weimar. Zizek termina la riflessione affermando che ogni aspettativa della sinistra radicale di ottenere maggiori spazi di azione e quindi consenso risulterà fallace in quanto saranno vittoriose le formazioni populiste e razziste, come abbiamo poi potuto constatare in Grecia con Alba Dorata, in Ungheria con il Fidesz di Orban, in Francia con il Front National di Marine LePen e in Inghilterra con le recentissime vittorie di Ukip. In Italia abbiamo avuto imbarazzanti “misti” come la Lega Nord e ora il M5S, bizzarro rassemblement che pare combinare il Tempio del Popolo del Reverendo Jones e Syriza, “boyscoutismo rivoluzionario” e disciplinarismo delle società del controllo. Come si esce dalla crisi e con quali narrazioni discorsive “competitive e possibilmente vincenti”? Con le politiche neo-keynesiane tipiche del mondo anglosassone e della terza via socialdemocratica nord-europea o all’opposto con i neo populismi autoritari e razzisti ? Pare che tertium non datur.
TS Dovrei iniziare a interrogarmi sui limiti del mio approccio filosofico. Non riesco a fornire una dimostrazione “discorsiva”. Si tratta di concetti relazionali, piuttosto che una serie di proposizioni logiche. In questo contesto “A” non porterà necessariamente  a “B”. Dobbiamo avvicinare le formazioni discorsive svelando le relazioni non discorsive degli Incontri con gli Eventi. Ad esempio, possiamo chiedere come il microsociale incontri la macro-politica. Dopo Reich, quali sono i nuovi livelli di esperienza? Che cos’è che attrae visceralmente il "popolo" dell’Essex ? Proprio la paura! Ecco la cospirazione/contagio proveniente dall’Europa dell’Est (sono arrivati qui per rubarci benefici e posti di lavoro). Si getta poi la colpa ai musulmani (ci vogliono uccidere tutti). Come possiamo fuggire da queste affermazioni? Quale tipo di intervento potrebbe spazzare via la nebbia del populismo che oscura le relazioni affermative percepite, l'empatia che tutte le persone represse dovrebbero avere in comune tra di loro?

    Sul popolo che manca
    OC Mario Tronti afferma che “c’è populismo perché non c’è popolo”. Tema eterno, quello del popolo, che Tronti declina in modalità tutte italiane in quanto “le grandi forze politiche erano saldamente poggiate su componenti popolari presenti nella storia sociale: il popolarismo cattolico, la tradizione socialista, la diversità comunista. Siccome c’era popolo, non c’era populismo.” Pure in ambiti di avanguardie artistiche storiche, Paul Klee si lamentava spesso che era “il popolo a mancare”. Ma la critica radicale al populismo - è sempre Tronti che riflette - ha portato a importanti risultati: il primo, in America, alla nascita dell’età matura della democrazia; il secondo, nell’impero zarista, la nascita della teoria e della pratica della rivoluzione in un paese afflitto dalle contraddizioni tipiche dello sviluppo del capitalismo in un paese arretrato (Lenin e il bolscevismo). Ma nell’analisi della situazione italiana ed europea è tranchant: “Nel populismo di oggi, non c’è il popolo e non c’è il principe. E’ necessario battere il populismo perché nasconde il rapporto di potere”. L’abilità del neo-populismo, attraverso l'utilizzo spregiudicato di apparati economici-mediatici-spettacolari-giudiziari, è nel costruire costantemente  "macchine di popoli fidelizzati” più simili al “portafoglio-clienti” del mondo brandizzato dell’economia neo-liberale. Il "popolo" berlusconiano è da vent’anni che segue blindato le gesta del sultano di Arcore; il "popolo" grillino, in costruzione precipitosa, sta seguendo gli stessi processi identificativi totalizzanti del “popolus berlusconiano”, dando forma e topos alle pulsioni più deteriori e confuse degli strati sociali italiani. Con le fragilità istituzionali, le sovranità altalenanti, gli universali della sinistra in soffitta (classe, conflitto, solidarietà, uguaglianza) come si fa popolo oggi? E’ possibile reinventare un popolo anti-autoritario? E’ solo il popolo o la politica stessa a mancare?
TS Una sorgente della nebbia del populismo è la relazione apparentemente reciproca tra le persone e i media . Mentre le proteste in Turchia stanno scomparendo nella parte finale dei notiziari della BBC, sul sito web delle notizie, in cima all’elenco dei più visti e/o ascoltati, vi sono gli articoli relativi al prezzo della nuova playstation PS4, al nuovo look di Apple grazie al sistema operativo iOS7; e, in diretta da Westminster Abbey,  un servizio speciale per celebrare il 60° anniversario dell'incoronazione della regina Elisabetta II. I media hanno anche perpetuato l'ascesa degli amabili buffoni di destra: Nigel Farage di UKIP e Boris Johnson dei Tories. Queste personalità “concettuali” della destra aiutano a oscurare i rapporti di potere nel Regno Unito, che sta rapidamente sprofondando grazie a un popolo dominato dai bulli di Bullingdon, i “nati per governare".1 Quindi sì, sono d'accordo con la tesi di Tronti che avete proposto, c’è populismo perchè manca il popolo, o almeno, per dirla in un altro modo, è difficile scorgere il popolo in tutta questa nebbia. Bisogna “trovare” un nuovo popolo.

1 Il Bullingdon Club è un club esclusivo per studenti dell’università di Oxford, i cui membri sono segreti; non esistono luoghi di ritrovo permanenti, per cui gli associati si ritrovano in sale da pranzo che regolarmente distruggono; infatti gli associati sono noti sia per la loro ricchezza che per le intemperanze causate da baldorie distruttive. L’iscrizione è solo tramite invito personale diretto ed è molto costoso aderirivi data la necessità di provvedere personalmente a uniformi, pranzi e danni causati. Sia l’attuale primo ministro inglese, David Cameron, sia il rieletto sindaco di Londra, Boris Johnson, che il cancelliere George Osborne, sono stati membri del Bullingdon Club, così come il finanziere Nathaniel Philip Rothschild.

    Sul Controllo
    OC Gilles Deleuze nel Poscritto delle Società di Controllo, pubblicato nel maggio del 1990, afferma che, grazie alle illuminanti analisi di Michel Foucault, emerge una nuova diagnosi della società contemporanea occidentale. L’analisi deleuziana è la seguente: le società di controllo hanno sostituito le società disciplinari allo scollinare del XX secolo. Deleuze scrive che “il marketing è ora lo strumento del controllo sociale e forma la razza impudente dei nostri padroni”. Difficile dargli torto se valutiamo l’incontrovertibile fatto che, dietro a due avventure elettorali di strepitoso successo - Forza Italia e Movimento 5 Stelle - si stagliano due società di marketing: la Publitalia 80 di Marcello Dell’Utri e la Casaleggio Asssociati di Gianroberto Casaleggio. Meccanismi di controllo, eventi mediatici quali gli exit polls, sondaggi infiniti, banche dati in/penetrabili, data come commodities, spin-doctoring continuo, consensi in rete guidati da influencer, bot, social network opachi, digi-squadrismo, echo-chambering dominante, tracciabilità dei percorsi in rete tramite cookies: queste sono le determinazioni della società post-ideologica (post-democratica?) neoliberale. La miseria delle nuove tecniche di controllo rivaleggia solo con la miseria della “casa di vetro” della trasparenza grillina (il web- control, of course). Siamo nell’epoca della post-politica, afferma Jacques Ranciere: Come uscire dalla gabbia neo-liberale e liberarci dal consenso ideologico dei suoi prodotti elettorali? Quale sarà la riconfigurazione della politica - per un nuovo popolo liberato - dopo l’esaurimento dell’egemonia marxista nella sinistra? 

TS Non abbiamo solo bisogno di trovare il popolo, ma anche di comprendere meglio quali potrebbero essere i suoi desideri. Partendo da questo assunto, è, forse, interessante osservare la retorica del contagio dispiegata dai Tories. Non vogliono difendere i loro privilegi; li vogliono diffondere!2 Questo è il tipo di discorso vuoto che è facile svelare, ma a cui è più difficile resistere! Non solo perché i rapporti di potere sono dominati dai privilegiati, ma perché il "popolo" desidera l’invenzione del privilegio. Il soggetto sonnambulo è talmente guidato dall'esempio che gli esempi che desidera li incarna in sè. Egli desidera diventare l' esempio che sta copiando. Nell’Essex i sonnambuli sono del tutto coinvolti nella loro passione per diventare ricchi uomini d'affari, calciatori, personaggi famosi, soldati, gangster. Ovviamente la maggior parte delle persone non raggiunge mai le proprie aspirazioni, ma lotta sempre per ottenerle. Quindi, se non si può diventare ciò che si aspira, l'opzione migliore è quella di continuare a seguire l'esempio. Dove altro si può andare? Il desiderio ha bisogno di un luogo dove andare.
Non che ogni esempio sia irraggiungibile. E’ abbastanza semplice diventare un soldato nell’Essex o almeno fingere di essere in coda, a sostegno dei "nostri" ragazzi, nella buona o nella cattiva sorte, tra guerre legali e illegali. Questa è la minaccia rappresentata dal partito di destra English Defence League, (EDL). Gabriel Tarde avrebbe descritto queste persone come sonnambuli; non soltanto come singoli esseri inconscienti, ma proprio incoscienti per associazione.
Credo che il “gruppo di riflessione” dei Tories abbia  elaborato questa cosa degli esempi molto bene. Con la stampa popolare hanno utilizzato, come portavoce, un aspirante giornalista dell’Essex: Andy Coulson - ora accusato di phone hacking - si è fatto strada, tramite un giornale locale dell’Essex, fino ad arrivare alla direzione dei tabloid velenosi di Rupert Murdoch. E’ stato inserito nella comunicazione dei Tories giusto per contrastare i troppi accenti etoniani (sinonimo di alta società, n.d.r.) con una voce che aspirasse  alla classe operaia. Non avrebbero dovuto preoccuparsi tanto, dato che la classe operaia dell’Essex è stata a lungo innamorata degli atteggiamenti posh dell’alta società inglese. Il recente aumento dell’estrema destra “spaccona” è arrivato dopo un lungo corteggiamento sostenuto da invenzioni tipo la campagna pubblicitaria per Margaret Thatcher organizzata dalla celebre azienda di comunicazione e marketing Saatchi e il più consolidato marchio “Royal”che sembra continuare a immergere il desiderio nella propria repressione.
Come ha detto Wilhelm Reich, la classe lavoratrice non si identifica nel proletariato che lotta. Si percepisce amalgamata con la borghesia. Che non è una brutta cosa. Ogni briciolo di cambiamento richiederebbe il coinvolgimento di tutti. Tuttavia a differenza della Turchia dove, in questo momento,  sono i giovani borghesi a protestare nelle strade, qui in Essex i rilassati borghesi di sinistra si nascondono nelle loro nicchie accoglienti. Hanno troppo da perdere. Anche la crescente instabilità dei loro posti di lavoro nella City non è ancora sufficiente per farli uscire nelle strade, nemmeno a fianco dei loro vicini più poveri. Cosa ci vorrebbe, allora, per scuoterli dalle loro gabbie neoliberiste?

2 In un discorso alla conferenza del partito Conservatore del 10 ottobre 2012 il Primo Ministro britannico David Cameron ha promesso di “diffondere i privilegi”, gli stessi di cui ha goduto crescendo, così come ha  promesso di fare di tali privilegi una delle aspirazioni del Paese.

Sulla “Googlization” della politica; l’aspetto finanziario del populismo digitale
    OC La prima decade del XXI secolo è stata caratterizzata dall'insorgenza del neo-capitalismo definito "cognitive capitalism"; in questo contesto un'azienda come Google si è affermata come la perfetta sintesi del web-business in quanto non retribuisce, se non in minima parte, i contenuti che smista attraverso il proprio motore di ricerca. In Italia, con il successo elettorale del M5S, si è assistito, nella politica, ad una mutazione della categoria del prosumer dei social network: si è creata la nuova figura dell'elettore-prosumer, grazie all'utilizzo del blog di Beppe Grillo da parte degli attivisti - che forniscono anche parte cospicua dei contenuti - come strumento essenziale di informazione del movimento. Questo www.bellegrillo.it è un blog/sito commerciale, alternativo alla tradizione free-copyright del creative commons; ha un numero altissimo di contatti, costantemente incrementato in questo ultimo anno. Questa militanza digitale produce introiti poiché al suo interno vengono venduti prodotti della linea Grillo (dvd, libri e altri prodotti editoriali legati al business del movimento). Tutto ciò porta al rischio di una googlizzazione della politica ovvero ad un radicale cambio delle forme di finanziamento grazie al "plusvalore di rete", termine utilizzato dal ricercatore Matteo Pasquinelli per definire quella porzione di valore estratto dalle pratiche web dei prosumer. Siamo quindi ad un cambio del paradigma finanziario applicato alla politica? Scompariranno i finanziamenti delle lobbies, i finanziamenti pubblici ai partiti e al loro posto si sostituiranno le micro-donazioni via web in stile Obama?  Continuerà e si rafforzerà lo sfruttamento dei prosumer-elettori? Infine che tipo di rischi comporterà la “googlization della politica”?
TS Per molti versi questo è un secondo fronte. I contagi, causati dalle paure perpetuate dai media mainstream, non possono andare così lontano. Hanno bisogno di essere accompagnati da un’intimità simile a quella creata dalla campagna elettorale di Obama. Questa è solo la punta di uno sforzo molto più grande per orientare, spingere e sfruttare i sentimenti attraverso le reti. Si tratta però di un diverso tipo di modello di propaganda. La messa in rete dell’Obama-love ha al proprio centro un progettista con esperienza da utilizzatore della rete. Il rischio è che il contagio sarà così ben progettato che saremo sufficientemente distratti per non notarlo. Le migliori esperienze dell’utente sono quelle invisibili.

    Sul populismo digitale, sul capitalismo affettivo
    OC James Ballard affermò che, dopo le religioni del Libro, ci saremmo dovuti aspettare le religioni della Rete. Alcuni affermano che, in realtà, una prima techno-religione esiste già: si tratterebbe del Capitalismo Affettivo. Il nucleo di questo culto secolarizzato sarebbe un mix del tutto contemporaneo di tecniche di manipolazione affettiva, politiche del neo-liberalismo e pratiche politiche 2.0. In Italia l'affermazione di M5S ha portato alla ribalta il primo fenomeno di successo del digi-populismo con annessa celebrazione del culto del capo; negli USA, la campagna elettorale di Obama ha visto il perfezionarsi di tecniche di micro-targeting con offerte politiche personalizzate via web. La nuova frontiera di ricerca medica e ricerca economica sta costruendo una convergenza inquietante tra saperi in elaborazione quali: teorie del controllo, neuro-economia e neuro-marketing. Foucault, nel gennaio 1976, all'interno dello schema guerra-repressione, intitolò il proprio corso "Bisogna difendere la società". Ora, di fronte alla friabilità generale di tutti noi, come possiamo difenderci dall'urto del capitalismo affettivo e delle sue pratiche scientifico- digitali ? Riusciremo ad opporre un sapere differenziale che - come scrisse Foucault - deve la sua forza solo alla durezza che oppone a tutti i saperi che lo circondano? Quali sono i pericoli maggiori che corriamo riguardo ai fenomeni e ai saperi di assoggettamento in versione network culture?
TS La politica del sonnambulo di Tarde la si può trovare in due distinte situazioni. La prima è nella forza capricciosa dell’incontro imitativo; nei contagi affettivi che si diffondono nella nebbia. Idee ed emozioni reazionarie possono a volte diffondersi a macchia d'olio nel corpo sociale. Sulla scia dell'assassinio accaduto nell’area di Woolwich ci aspettiamo di vedere molto di più su questo fronte. La seconda situazione richiede un intervento nelle forze vitali che collegano tra di loro gli esempi. E’ necessaria, forse, un’interferenza; non una contro-imitazione, ma una non-imitazione che rompa il flusso di talune invenzioni fasciste: serve una deterritorializzazione. In effetti, il sonnambulo deve svegliarsi!
Molti commentatori hanno sottolineato che si manifestano, nelle culture della Rete, entrambi i tipi di politica. I social media incoraggiano sia l'interventismo che il  sonnambulismo. In questo senso, mi preoccupa molto che le continue ondate di petizioni elettroniche proposte su Facebook e Twitter possano avere un effetto entropico sulla protesta. Mi pare che il desiderio venga di nuovo catturato piuttosto che deterritorializzato. Mi domando pertanto se l’imitazione vitalista di Tarde può sostituire l’energia orgonica di Reich come forza anti-entropica. A differenza di Wilhelm Reich, Gabriel Tarde non era un pensatore binario. Ha collocato l'irrazionalità dei desideri biologici e l’apparentemente razionale in un intra-spazio inscindibile. La microsociologia diventa una miscela di esperienze viscerali e abitudini meccaniche, l'illusione di un sé che non è rinchiuso ma vivamente inciso dalla suggestionabilità con l'Altro. E' in questa cultura multistrato che i desideri vengono fatti propri dall’invenzione sociale. Molto spesso, a quanto pare, queste invenzioni assumono una dimensione fascista: in campagna, nella città, tra la gioventù, in famiglia. Come Deleuze ha rilevato, il microfascismo è ovunque! Abbiamo ancora bisogno di focalizzare meglio le resistenze a tutte le forme di fascismo, attivando però le interferenze non-imitative piuttosto che le comode posizioni anti-fasciste.
Forse una piccola ma significativa interferenza che abbiamo visto di recente è il Railway pub a Southend, in Essex. Un tempo era noto come il pub del BNP (British National Party, storica formazione di destra inglese, n.d.r.). Era il loro luogo di ritrovo.3 Adesso il pub è diventato altro da prima. Recentemente abbiamo visto un buttafuori che ha minacciato di espellere qualcuno per un commento razzista. Ora è un luogo di ritrovo per artisti locali, musicisti e, si spera, le prima vestigia di un tipo differente di popolo dell’Essex. Ospita serate di film apertamente di sinistra e incontri sindacali. Va sottolineato che il pub in questione non è situato in una zona confortevole per la borghesia locale, anche se questo tipo di persone lo sta iniziando a frequentare. Bisogna essere cauti nel rilevare se questo o qualsiasi altro centro culturale possa davvero incidere sul sonnambulismo populista che troviamo in Essex, ma come luogo di non-imitazione necessario alla rimozione del BNP sembra un posto interessante da esplorare. Che tipo di deterritorializzazione si verificano in questi luoghi? Quale nuovo popolo potrebbe emergere?

3 Oggi in città c’è un pub frequentato da membri dell’English Defense League.

Tony D. Sampson, inglese, è Reader di Digital Culture and Communication della School of Arts and Digital Industries alla University of East London (UEL, UK).  Ama lavorare ad eventi artistici sperimentali che coinvolgono musica, video e filosofia. La sua ricerca analizza il "lato oscuro" che si sta realizzando tra sociologia, marketing, cultura digitale e neuroscienze, in particolare la deriva infettiva e virale che si dipana nelle microrelazioni di massa soggette ai New Media. E' co-editore (con Jussi Parikka) del libro Spam Book: On Viruses, Porn, and Other Anomalies From the Dark Side of Digital Culture (Cresskill, NJ: Hampton Press, 2009). Il suo ultimo libro che incrocia la microsociologia di Gabriel Tarde con la filosofia dell'evento di Gilles Deleuze s'intitola Virality: Contagion Theory in the Age of Networks (University of Minnesota Press, Minneapolis) ed è stato pubblicato nel giugno del 2012. Ha un blog personale Virality.



Bibliografia
1) testi di riferimento alla domanda Sul micro-fascismo
Wu Ming, Yet another right-wing cult coming from Italy, via Wu Ming blog.
Wilhelm Reich, Psicologia di massa del fascismo - Einaudi, 2002 
Gilles Deleuze, Félix Guattari, Mille Piani, Castelvecchi, 2010 
Gilles Deleuze, L’isola deserta e altri scritti, Einaudi, 2007 (cfr. pg. 269, 'Gli Intellettuali e il Potere', conversazione con Michel Foucault del 4 marzo 1972) “Questo sistema in cui viviamo non può sopportare nulla: di qui la sua radicale fragilità in ogni punto e nello stesso tempo la sua forza complessiva di repressione” (intervista a Deleuze e Foucault, pg. 264)

2) testi di riferimento alla domanda Sulla Crisi
Slavoj Zizek, First as Tragedy, then as Farce. Verso, Uk, 2009 (pg. 17) 

3) testi di riferimento alla domanda Sul popolo che manca
Mario Tronti, 'C’è populismo perché non c’è popolo', in Democrazia e Diritto, n.3-4/2010. 
Paul Klee, Diari 1898-1918. La vita, la pittura, l’amore: un maestro del Novecento si racconta - Net, 2004 
Gilles Deleuze, Fèlix Guattari, Millepiani (in '1837. Sul Ritornello' pg. 412-413)

4) testi di riferimento alla domanda Sul controllo
Jacques Ranciere, Disagreement. Politics and Philosophy, UMP, Usa, 2004
Gilles Deleuze, Pourparler, Quodlibet, Ita, 2000 (pg. 234, 'Poscritto sulle società di controllo') 
Saul Newman, 'Politics in the Age of Control', in Deleuze and New Technology, Mark Poster and David Savat, Edinburgh University Press, Uk, 2009, pp. 104-122. 

5) testi di riferimento alla domanda Sulla googlizzazione della politica
Guy Debord, La società dello spettacolo, 1967 - II sezione - Merce come spettacolo, tesi 42,43,44 e seguenti fino alla 53. 
Matteo Pasquinelli Google's Pagerank Algorithm, http://matteopasquinelli.com/docs/Pasquinelli_PageRank.pdf 
Nicholas Carr, The Big Switch: Rewiring the World, from Edison to Google (New York: W.W. Norton, 2008) 

6) testi di riferimento alla domanda Sul populismo digitale e sul capitalismo affettivo
Tony D. Sampson, Virality, UMP, 2012
Michel Foucault, Security, Territory and Population, Palgrave and Macmillan, 2009 
Michel Foucault, Society Must be Defended: Lectures at the Collège de France 1975—76, Saint Martin Press, 2003

Dipinto: Stelios Faitakis

Memes, spam, nodes and moods: Dr Tony D. Sampson on creating super–clusters of attention @ Warwick University/GMC Course + Virality Blog



The GMC course welcomed visiting researcher – Dr Tony D. Sampson, Reader in Digital Culture at the University of East London, co-editor with Jussi Parikka of The Spam Book: On Viruses, Porn and Other Anomalies from the Dark Side of Digital Culture (2009) and author of a new book Virality: Contagion Theory in the Age of Networks (2012). Our postgraduates got to grips with some new and challenging critical thinking around neuro-culture, attentional marketing, global protest and crowds, contagion on and offline, ‘pass on power’ and the vulnerabilities built into robust networks. Sampson was adept at drawing together a wide and inter-disciplinary range of theories and methodological thinking to create a new framework for tackling the ways in which the social is made and assembled in our increasingly attention-capturing economies. From Tarde, Bergson and Baran to Deleuze, Foucault and Stiegler, Sampson took us on a journey through difficult terrain to show us how propositions such as ‘nudge’ theory, geographies of mood, meme marketing and happenstance viralities emerge and gain ground both in terms of business strategies and political discourse. Our postgraduates come from 19 different countries and bring with them a wealth of experience of working and living in communications and media landscapes, ecologies and environments that are increasingly connected to each other. Sampson was able to explore succinctly the centralised, decentralised and distributed networks of communication (Baran) that afford (or not) connectivity, allowing us to reflect upon our local experiences.
Fundamentally, Sampson asked us to understand the social as never given but always being made and this allowed us to reflect upon our roles, agency and activities in that making of the social. At the same time, Sampson highlighted the different ways in which hierarchies of networks are produced: super clusters and super nodes of attention that produce aristocratic networks that may look more like a decentralized network than the distributed vision that cyberculture theory may have promised us in the 1990s. Oprah Winfrey was a good example of a super node! The GMC postgraduates come from a variety of different experiences of communications histories and practices that do not always follow these patterns of development, so it will be interesting to see what they find applicable in their own local contexts.
Sampson’s presentation of his new thinking allowed us the time to unpack his ideas on virality and digital contagion which was useful for engaging in the areas we are studying: spreadability of media, the politics of fear and anxiety around online culture, the attention economies many of our students have been, are, or will be employed within, and our own desire to tackle inequalities through new communication paradigms. Our students were interested in Sampson’s take on web analytics, how the arts and sciences can work together on these issues, and whether we should continue to fight for a distributed network. There were lots of references to Nigel Thrift’s work in the session and the students learned a good deal about the relationship between media, emotion, affect and the biological. We all went away wondering whether we were sleep-walking our way through the spreadability of media content or whether we were awake and alert to what Sampson defined as the ‘mechanisms of capture.’ For more on Dr Tony D. Sampson’s work then visit his blog.

Read Sampson's interview on Crowd, Power and Postdemocracy

Gabriel Tarde: L' azione dei fatti futuri. I possibili - Orthotes edizioni, settembre 2013


Quando vi capita di assistere al battesimo di un bambino, provate a pensare all'ovulo che ha impedito di essere fecondato, all'embrione a cui ha impedito di nascere. Quando guardate un fiore, pensate agli altri semi di cui ha preso il posto al sole e nella buona terra fertile; quando vedete una bella quercia, pensate anche alle piccole piante che sono deperite sotto la sua ombra. Quando leggete un libro di storia, pensate alle imprese mancate, ai progetti che non hanno avuto successo: la conquista dei Parti sognata da Cesare, o lo sbarco in Inghilterra immaginato da Napoleone I. Quando guardate le stelle in una notte serena, provate a pensare agli altri soli che avrebbero potuto brillare, alle altre costellazioni diversamente configurate e dipinte che avrebbero potuto affascinare occhi diversi dai nostri, se gli astri attuali non si fossero impadroniti del firmamento, della luce e della vita. In una parola, quando guardate questo Universo, provate a pensare che deve la sua esistenza all'immolazione di migliaia di altri universi, tra i quali se ne troverebbero forse, malgrado Leibniz, di migliori e di più belli - anche se non, almeno credo, di più differenziati.


Gabriel Tarde (1843-1904), sociologo e magistrato, è stato un pensatore autodidatta e antiaccademico. Pur avendo goduto di un’enorme fortuna alla fine dell’Ottocento, con il nuovo secolo è stato vittima di un “inspiegabile oblio”. Fu riscoperto da Deleuze negli anni Sessanta, che ne ha rivalutato l’opera metafisica considerandolo a pieno titolo come un precursore per la sua attenzione ai concetti di Differenza, Ripetizione, possibile, virtuale, monadi e molto altro. L’opera di Tarde è oggi oggetto di una rivalutazione in ambito internazionale, soprattutto in rapporto ai suoi scritti metafisici, che vengono letti come un’anticipazione del pensiero di autori eterodossi del calibro di Souriau, Ruyer e Simondon.
Gabriel Tarde, L'azione dei fatti futuri – I Possibili, a cura di Filippo Domenicali, Orthotes Editrice,  (collana: Teoria sociale)

GABRIEL TARDE: SONNAMBULISMO PSICO-SOCIALE di Mario Dotti @ Il Manifesto, 24 dicembre 2010



GABRIEL TARDE: SONNAMBULISMO PSICO-SOCIALE

di Mario Dotti @ Il Manifesto, 24 dicembre 2010

Gabriel Tarde, Che cos’è una società?, a cura di Andrea Cavalletti, Cronopio, Napoli 2010.

La prima versione di Qu’est ce qu’une société? venne pubblicata da Gabriel Tarde nel 1884, sulla “Revue philosophique de la France et de l’étranger” e ripresa, sei anni dopo, con alcune sottili variazioni, come terzo capitolo di Les lois de l’imitation, uno dei lavori capitali del sociologo francese. La questione è chiara, precisa, persino dura se si vuole, ed è interamene inscritta nella domanda del titolo: che cos’è una società? Una trama di relazioni economiche, di istituzioni, di legami giurici, di patti e fatti liberamente decretati e scelti da uomini liberi e uguali – risponderebbe un sociologo positivista. La risposta di Tarde è però di tutt’altro tenore e racchiude il significato della sua attualità e della sua – opportuna – riproposta per i tipi di Cronopio e la cura di Andrea Cavalletti. La società, argomenta Tarde, è imitazione. Che ne è dunque dell’uomo, con tutto il suo carico di socialità? L’uomo, chiosa l’autore, è un prodotto del sonnambulismo sociale e come un sonnambulo ha solo e soltanto idee suggerite, anche se le crede individuali e spontanee. Per Tarde gli uomini sono simili a formiche e, come formiche, seguono con inconsapevole geometria un ordine che sorge da contagio imitativo. Il saggio breve di Tarde, osserva acutamente Cavalletti nella sua postfazione, pone le basi per un vero e proprio laboratorio alternativo, per quanto minoritario, al grande cantiere che Durkheim e la sua scuola avrebbero di lì a poco approntato. Non, quindi, scienza della mentalità collettiva o psicologia sociale, ma microsociologia e persino, entro certi limiti, microfilosofia che non scinde il quotidiano dalla grande deriva storico-temporale, l’individuale dal sociale, il pubblico dal privato. Non a caso, gran parte dell’attenzione di Tarde è rivolta allo psichismo e al magnetismo che proprio in quegli anni affascinavano gli spiritisti e, nella stessa Parigi che il sociologo ha sotto gli occhi, ossessionavano August Strindberg e il suo circolo infernale. La vita urbana è per Tarde la vita sociale per eccellenza, condensata in un punto massimamente intensivo. La vita sociale è di regola una «cascata di magnetizzazioni successive e concatenate» che nascono da un impulso primario capace di produrre un effetto-domino. «Se in ogni società vi è una gerarchia», osserva, «è perché in ogni società vi è la cascata alla quale, per essere stabile, la sua gerarchia deve corrispondere». Spesso l’impulso che genera tutto è dato da un uomo particolarmente prestigioso che, con l’ammirazione che suscita, produce imitazione e tutti quegli effetti di sonnambulismo oggetto dell’attenzione di Tarde. Questi effetti si manifestano su tutti i piani – non solo nella moda o nel costume – e nelle dimensioni non solo del comunicare ma anche del fare. Una «ipotetica socialità assoluta», scrive Tarde, «consisterebbe in una vita urbana così intensa che la trasmissione a tutti i cervelli della città una buona idea comparsa da qualche parte in seno a uno di essa sarebbe immediata». Proprio per questa ragione, Armand Mattelart aveva tempo fa ricordato come come la riflessione di Tarde stia alla radice di quella che si potrebbe definire “l’era del pubblico”. Se nella folla il contagio era per contatto fisico, nel pubblico l’imitazione-suggestione si produce a livello mentale. Il pubblico, si potrebbe azzardare, è una folla a distanza e il contagio è quell’epidemia estatica che oggi più che mai ha nome “informazione”.

giovedì 24 ottobre 2013

Damiano Palano: Mann, Freud e i veri "sonnambuli" @ Avvenire, 16 agosto 2013


Mann, Freud 
e i veri «sonnambuli»

di Damiano Palano
@ Avvenire 16 agosto 2013


Nell’estate del 1926, durante una vacanza in Versilia, Thomas Mann ebbe modo di assistere all’esibizione dell’illusionista toscano Gabrielli, un personaggio sinistro che vantava facoltà di trasmissione del pensiero e suggestione. Nel corso dello spettacolo Gabrielli diede fondo al suo repertorio, e in particolare dimostrò la propria abilità di ipnotizzatore inducendo un giovane cameriere a mimare scenette di innamoramento che scatenarono l’ilarità del pubblico. La vicenda non ebbe alcun seguito rilevante, ma lo scrittore tedesco rimase tanto impressionato dall’episodio da farne il brogliaccio di un suo celebre racconto, Mario e il mago

A differenza di quanto era avvenuto nella realtà il racconto si chiudeva però tragicamente, perché alla fine l’illusionista finiva ucciso con un colpo di pistola da Mario, il timido cameriere soggiogato. Per Mann, Mario e il mago non era altro che una grande metafora dell’Italia sedotta da Mussolini e ormai priva di libertà. Ma il racconto era anche uno degli ultimi residui di una vera e propria moda culturale, che aveva imperversato nell’Europa della seconda metà dell’Ottocento, e i cui contorni sono ricostruiti con grande nitidezza da Clara Gallini in La sonnambula meravigliosa. Magnetismo e ipnotismo nell’Ottocento italiano, un libro uscito per la prima volta trent’anni fa e ora meritoriamente ripubblicato (L’Asino d’oro, pp. 397, euro 20.00).

Le radici del fenomeno affondavano alla fine del Settecento, ossia nel momento in cui Franz Anton Mesmer ritenne di aver scoperto il "magnetismo animale", una nuova forma di energia, utilizzabile anche a fini terapeutici. Ma solo verso la metà del XIX secolo il magnetismo divenne una moda culturale, sia nelle classi sociali più abbienti, sia nel mondo popolare. L’intera Europa si riempì di gabinetti di magnetizzatori, che promettevano di risolvere gravi problemi di salute mediante l’ipnosi. E, contemporaneamente, i palchi dei teatri e i baracconi delle fiere si affollarono di magnetizzatori e sonnambule, che invariabilmente accampavano facoltà di chiaroveggenza. Per molti versi, la passione popolare per il magnetismo, l’ipnosi e le "sonnambule meravigliose" rappresentava una reazione al positivismo dell’epoca, alla fiducia cieca riposta nella scienza e nel progresso. 

Ma gli stessi studiosi positivisti furono tutt’altro che sordi al fenomeno. Anzi, tutti i principali esponenti delle nuove scienze positive si dedicarono con grande attenzione al magnetismo. Tanto che, a un certo punto, proprio il meccanismo della suggestione ipnotica divenne una chiave di lettura per spiegare quasi tutto, dalla logica dei criminali al comportamento delle folle, fino alle stesse basi della società, che Gabriel Tarde definì, per esempio, come una condizione di perenne sonnambulismo. Di lì a poco, proprio partendo dalla sperimentazione dell’ipnosi, Freud avrebbe cominciato a tracciare (e in qualche modo, a "inventare") i confini dell’inconscio. Ma a quel punto della passione ottocentesca per il magnetismo rimaneva ben poco. La "suggestione" poteva così perdere quell’alone di "meraviglioso" che l’aveva circondata. E la "personalità magnetica" diventava, come nel racconto di Mann, solo una metafora sbiadita, un espediente retorico per "raccontare", più che per spiegare, i meccanismi più misteriosi e inquietanti dell’agire politico.






Content contagion / Internet epidemiology by H.M. @ The Economist 13.Mar.2013



MORE than an hour of homemade video is uploaded to YouTube every second. Although the vast majority of clips are destined to languish largely unwatched on its servers, a tiny fraction go viral. No one knows for sure why some videos spread while others wither. But the first step to knowing why some things spread like wildfire is to work out how this happens. Now a team at Microsoft Research, led by Jake Hofman, has devised a way to measure the virulence of online content.

For 12 months Mr Hofman's group recorded every tweet containing a link to anything on the world's 40 most popular websites for news, music and videos. These featured over 1 billion pieces of content on YouTube, Yahoo, Instagram and the BBC. The researchers then selected those that were linked to on at least 100 different feeds, for a total of nearly 300,000 web pages and 1.4 billion tweets. They then painstakingly reconstructed how each of these stories passed from person to person. This allowed them to identify the different ways information spreads.

By looking at the average distance between all people who posted a link, Mr Hofman and his colleagues assigned each piece of content a score for its virulence, out of 100. Predictably, only a handful of web pages from the original billion got the full 100. But the data sprang some surprises, too.
For one thing, Mr Hofman found that virulence is distinct from popularity. Major news stories might be read widely but would quickly fade from the cultural consciousness. For example, traditional broadcasters might tweet news to a million followers. Often, no more than a few hundred of these will retweet in turn to their followers, a couple of whom might do the same. Soon, though, the story would peter out. Viral content, by contrast, can stem from an obscure feed but, by definition, rapidly gains momentum. Within a few days, it would have spawned many new branches as more and more people share it. Truly pestilent information, about one in a million stories, persists for 20 generations or more.
That may explain why last year's internet sensation, "Gangnam Style", scored less than amateur parodies of Gangnam Style that never reached as nearly many people as the original (which has notched up a record 1.4 billion views on YouTube). Another discovery is that many people share tweets without ever following the links they contain. While an online Twitter campaign to end malaria went massively viral, the video that inspired it racked up just a few tens of thousands of views.

On March 5th Microsoft Research demonstrated an application called ViralSearch that visualises the virulence of content in two complementary ways. The first depicts the family tree of who retweeted what. In the second, each piece of online content is represented by a circle. The size of the circle represents how many people it reached through Twitter. Concentric shading reflects the number of generations it spawned. Users can then drill down to compare the popularity and virulence of different tweets linking to the same content, say, or focus on various tweets posted by a single user.

The technology could eventually find its way into Microsoft's Bing search engine, allowing users to hunt for the most viral online content rather than merely the most popular. Conversely, anyone fed up with the Harlem Shake could opt to exclude such material from their results. Even the prototype would prove be a boon to musicians, writers and marketers, who could comb Mr Hofman's data in an effort to work out what precisely determined the extent of online contagion. Unfortunately, there are no plans to make it publicly available.

Full-blown viral search will take time to develop. The billion or so tweets Mr Hofman looked at over one year are now being generated every couple of days. Nevertheless, Microsoft is currently scaling up its Twitter monitoring to analyse billions of stories, and billions of relations between Twitter users, with the aim of ultimately accommodating every website on the internet in real time. Until it does, discovering new viral content it best done the old-fashioned way: just ask a teenager. Read more